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Nel corso del 2015 sono entrate nel

vivo le operazioni di ripristino del sito

interessato dal recupero del relitto

della Concordia, avviate a novembre

2014 dal

Consorzio Micoperi

con

il monitoraggio

dell’Osservatorio

Ambientale

13

. Una prima fase dei la-

vori, completata a febbraio, è consistita

nella rimozione dei mitili da un’area di

circa 4.000 m

2

, mediante un sistema

automatico di sorbonatura subacquea

(SASS). A questa è seguita l’avvio della

rimozione dei detriti caduti dal relitto,

che avevano occupato un’area di circa

90.000 m

2

. Questa attività è stata effet-

tuata manualmente dai subacquei fino

ad una profondità di circa 50 metri, e

con l’impiego di benne del tipo a grap-

polo e grigliata, quest’ultima apposita-

mente studiata per lo scopo.

Sempre durante l’anno sono state sman-

tellate e smaltite le strutture sottomari-

ne (piattaforme e anchor block) e i bags

contenenti malta cementizia che hanno

fatto da “cuscino” del falso fondale

creato per il raddrizzamento e la stabi-

lizzazione dello scafo, con il recupero

di oltre 25.263 tonnellate di cemento.

Durante questa operazione alcuni sac-

chi si sono rotti disperdendo sul fondo

marino piccoli detriti. Gli stessi verran-

no recuperati in occasione della fase di

rimozione dei sedimenti fini, che inte-

resserà un’area di ca. 34.000 m

2

e che

sarà avviata a valle dell’approvazione

della relativa procedura operativa.

Le operazioni di ripristino ambienta-

le, come confermato dall’Osservatorio

stesso, si stanno svolgendo secondo il

calendario previsto, e sono condotte in

modo tale da garantire il livello più bas-

so possibile di disagi alla popolazione;

curando soprattutto l’abbattimento del

rumore di cantiere e la garanzia delle

acque, grazie all’ampio uso di barriere

antitorbidità. Il risultato, certificato da

Arpat

, è una trasparenza delle acque ai

più alti livelli del mare toscano. 

Isola del Giglio:

bonifica e ripristino ambientale

13

www.regione.toscana.it/-/osservatorio-costa-concordia

QUARTA FASE

Smaltimento delle diverse tipologie di sacchi di cemento

utilizzati per la realizzazione del falso fondale di appoggio del

relitto, previsto attraverso la messa in pratica di diverse tecniche

per garantire lo spostamento intatto dei sacchi. Per questa attività è stata

realizzata un’apposita benna a garanzia di una rimozione sicura.

4

SESTA FASE

Prelevamento dei detriti at-

traverso diverse metodologie

di estrazione in base alla profon-

dità di collocamento, alla tipologia e alla

volumetria.

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PRIMA FASE

Rimozione e smaltimento dei

gusci di mitili depositati nei

fondali (area di circa 4.000 m

2

)

trasportati dai mezzi utilizzati nelle

operazioni di rimozione. Effettuati

attraverso un sistema di aspirazione

sottomarino si provvede alla rimozione

dal fondale e al trasferimento dei mitili

in superficie.

1

SECONDA FASE

Taglio e rimozione degli 11 anchor blocks di sostegno. Nell’ottica

di salvaguardare la sopravvivenza dei mammiferi nell’area limitrofa

alle operazioni è previsto l’intervento dell’ente Oceanomare Delphis

in collaborazione con il Centro Interuniversitario di Biologia Marina

ed Ecologia Applicata

(CIBM)

e l’Università La Sapienza di Roma per

verificare la presenza di mammiferi nell’area limitrofa alle operazioni per la

salvaguardia della sopravvivenza. A garanzia di tale scopo gli enti avranno la

facoltà di bloccare momentaneamente le operazioni se avviene la rilevazione

di mammiferi all’interno di un raggio di 1.000 m.

TERZA FASE

Taglioerimozionedelle6piatta-

forme sottomarine utilizzate

per la rotazione e l’appoggio

dello scafo della nave. Rimozione dei

sacchi di cemento e dei sedimenti

presenti sui pianali delle piattaforme

(consolidati attraverso l’uso di Water

Glass) dalla superficie di tre principali

piattaforme.

3

2

QUINTA FASE

Rimozione e smaltimento

dei sedimenti depositati

sul fondale in seguito

alle attività precedenti attraverso

tecniche di avanguardia in base

alla profondità dei sedimenti.

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